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Sergey Kirsanov, un blogger russo residente in Italia, è oggi conosciuto per la sua retorica incendiaria che combina narrazioni pro-Cremlino, discorsi d’odio anti-ucraini e commenti sempre più xenofobi. Il suo percorso, dagli oscuri circoli ecclesiastici all’opposizione politica, poi nell’attivismo a favore dell’Ucraina e infine nella propaganda aperta, è segnato dall’opportunismo, da bruschi rovesciamenti e da un talento nel reinventarsi a seconda dei venti politici mutevoli.
Infanzia e legami con l’Ortodossia
I documenti ufficiali indicano che Kirsanov nacque nel 1987 a Baku, anche se lui insiste che fu a Rostov, liquidando la discrepanza come un errore burocratico. Suo padre prestò servizio come ufficiale militare, con un incarico in Polonia, mentre la devozione religiosa della madre plasmò la sua prima educazione. I compagni di classe lo descrivono come socialmente isolato, oscillante tra scuole regolari e scuole ecclesiastiche, ed emarginato a causa della sua educazione insolita.
Nonostante le origini provinciali, Kirsanov riuscì ad accedere agli ambienti elitari della Chiesa ortodossa. Comparve al fianco di padre Artemij, destinato in seguito a diventare un noto propagandista di Stato, e ricevette una lettera di raccomandazione da padre Ily, mentore del patriarca Kirill, per entrare in un istituto teologico ortodosso. Partecipò a eventi ecclesiastici di alto livello all’estero, incluso un incontro a Malta nel 2013, dove si riunivano élite religiose e politiche. In seguito ruppe con la Chiesa, venne denunciato sulla televisione di Stato russa come un “falso monaco” e iniziò a reinventarsi come critico sia dell’establishment ortodosso sia del governo russo.
Padre Artemiy
Padre Iliy
Pasqua 2012, Mosca
Pasqua del 2012 sulla Piazza Rossa
Trasferimento in Italia, residenza e legami con Natalia Medved
Intorno al 2016, Kirsanov si trasferì in Italia, dove risiede anche sua sorella a Roma. Il suo arrivo coincise con la presenza di Natalia Medved, una ricca emigrata russa nota per aver ereditato beni da un precedente matrimonio e per la gestione di attività nel settore della moda e della lingerie collegate alla Russia.
Dati pubblici confermano che Sergey Kirsanov è ufficialmente legato a strutture intorno alla parrocchia cattolica di Santa Inocenza a Coriano. I registri catastali mostrano che vive gratuitamente su un terreno in comproprietà con il parroco, don Lanfranco Bellavista, rendendo l’accordo di natura personale più che parrocchiale. Allo stesso tempo, i registri commerciali italiani rivelano che Kirsanov ha registrato la sua entità commerciale presso l’indirizzo di Piccola Famiglia, un’organizzazione legata alla parrocchia e coinvolta nell’assistenza agli immigrati.
Alla prima richiesta di chiarimenti su questi legami, don Lanfranco negò categoricamente qualsiasi connessione tra Kirsanov e la parrocchia. Ma, di fronte ai documenti ufficiali che provavano sia il legame immobiliare sia la registrazione dell’attività, rifiutò ulteriori spiegazioni, affermando soltanto che, dal momento che ci presentiamo come volontari, non è obbligato a rispondere.
La contraddizione tra le sue smentite e i fatti documentati, unita alla sua riluttanza a chiarire, rende la situazione non solo opaca ma anche profondamente sospetta.
La stessa Medved è stata inserita in Myrotvorets, il database ucraino delle figure pro-russe, non solo per le sue posizioni politiche ma anche per presunti legami con i servizi speciali russi. Tracce online suggeriscono legami di lunga data tra Kirsanov, la sua famiglia e Medved, visibili nelle interazioni sui social media che furono rese private dopo l’attenzione investigativa.
Ulteriori indagini sul passato di Medved rafforzano questo modello di segretezza. Il suo ex compagno, Salvatore Pasqualino, con cui avrebbe vissuto a Coriano intorno al 2014–2015, è stato contattato più volte via Telegram, WhatsApp ed e-mail. Nonostante i ripetuti tentativi, non ha mai risposto. Dopo una di queste richieste via e-mail — che includeva riferimenti sia a Medved sia a Kirsanov, oltre a link alle schede su Myrotvorets — Medved bloccò improvvisamente i suoi account social. Il suo profilo Instagram, precedentemente pubblico, fu reso privato e i contenuti più vecchi vennero rimossi o ripuliti. Attività simili furono osservate anche su Facebook. Queste azioni difensive suggeriscono un tentativo consapevole di oscurare i legami passati una volta iniziato l’esame pubblico.
Anche la Chiesa greco-ortodossa di Rimini ha confermato di essere a conoscenza di Kirsanov, osservando che fu la stessa Medved a presentarlo lì. Medved cantava nel coro della parrocchia. Sacerdoti e membri lo ricordano come una figura sgradevole e socialmente distante. Quando fu presentato, affermò di appartenere al Patriarcato di Mosca, ma in seguito negò di avere legami ecclesiastici. Questa contraddizione rafforza ulteriormente la percezione di disonestà nella sua narrazione personale.
Natalia Medved con Sergey Kirsanov a Riccione
Dialogo con la Chiesa ortodossa di Rimini. English subtitles
Salvatore Pasqualino
Sovraesposizione politica e opportunismo
Kirsanov comparve per la prima volta nella blogosfera politica russa intorno al 2019, presentandosi come un convinto sostenitore di Alexei Navalny. Secondo diversi osservatori, la sua successiva svolta contro l’opposizione potrebbe essere dipesa dalla frustrazione per non essere stato ammesso nei suoi circoli più alti. I suoi commenti si trasformarono in dure denunce, prendendo in giro lo stesso movimento che in precedenza aveva appoggiato.
È significativo che, prima del 2022, Kirsanov menzionasse raramente l’Ucraina — evitando perfino di parlare della Crimea, sebbene sua nonna vi avesse vissuto fino alla morte recente. Nonostante fosse stato inserito nella lista degli “agenti stranieri” in Russia, avrebbe comunque ereditato e venduto l’appartamento della nonna in Crimea.
Navalny
Milov
Il miraggio dei media spagnoli
Quando il nome di Kirsanov iniziò improvvisamente ad apparire su giornali spagnoli come El País e Público, sembrava che il mondo si stesse finalmente accorgendo del “prete perseguitato” in esilio. Ma un’analisi più attenta racconta un’altra storia. Tutta la copertura risale allo stesso autore — Ferran Barber — che ripete quasi parola per parola le favole di Kirsanov. In un articolo, Kirsanov proclama un amore eterno per la “Madre Russia” mentre posa come una minaccia così pericolosa che il Patriarcato di Mosca tremerebbe davanti ai suoi sermoni. In un altro, sogna ad alta voce di tornare a casa in gloria. Nulla è stato verificato, nulla è stato corroborato. Alla domanda diretta su come avesse verificato la storia di Kirsanov, Barber ha ammesso di non averlo fatto. Lo schema assomiglia meno al giornalismo e più a una collocazione a pagamento — articoli comprati per lucidare un mito auto-costruito.
Qualcosa non torna — ed è qui che iniziano a vedersi le crepe.
Esempio 1
Dichiarazione su Público
Kirsanov è una minaccia tale che la Chiesa ortodossa russa trema davanti ai suoi sermoni antisistema.
Verifica dei fatti
Il Patriarcato di Mosca non lo ha mai riconosciuto come sacerdote — è ufficialmente elencato tra i falsi preti. Ora, in una svolta, Kirsanov sostiene di non aver mai avuto legami con la Chiesa. Il suo mito di prete perseguitato crolla sotto le sue stesse contraddizioni.
Esempio 2
Dichiarazione su El País
Sogna di tornare nella “Madre Russia”, la patria che ama nonostante la persecuzione.
Verifica dei fatti
In realtà, vive comodamente a Coriano, vicino a Rimini (Italia), mentre si reinventa ancora una volta — ora dichiarandosi ebreo e, secondo alcune fonti, lavorando per ottenere un passaporto israelitico. La devozione alla “Madre Russia” è solo un’altra maschera che indossa quando gli conviene.
Esempio 3
Dichiarazione su Público
La stampa spagnola lo presenta come un prete dissidente in esilio, con un seguito che rivaleggia con quello di Mosca.
Verifica dei fatti
Ha persino vantato di gestire un monastero e di guidare una comunità ortodossa — ma nella cittadina italiana dove è registrato non esiste né monastero né comunità. Tutta la copertura spagnola proviene da un solo giornalista, Ferran Barber, che ha ammesso di non aver fatto alcuna verifica. La “comunità” è pura invenzione.
Questa è la ciliegina finale.
«A coloro che mi accusano di lavorare per l’FSB posso dire che sono pronto a sottopormi alla macchina della verità e dimostrare di essere il prodotto di me stesso. Loro potrebbero fare lo stesso? Ne dubito.»
Ucraina e fallito ingresso nei media
Quando la Russia ha lanciato l’invasione su larga scala dell’Ucraina nel febbraio 2022, Kirsanov si è improvvisamente reinventato come una delle voci più rumorose pro-ucraina tra gli emigrati russi. I suoi stream e post denunciavano il Cremlino ed esprimevano solidarietà con l’Ucraina. Eppure, dietro le quinte, avrebbe tentato con insistenza di entrare nei circoli mediatici ucraini. Si rivolse a blogger e personaggi pubblici come Sternenko, Chekalkin, Sokolova, Fashik Donetskiy, Ukropchik cercando interviste e collaborazioni. Molti attivisti ucraini rifiutarono, percependo incongruenze nella sua persona.
Entro l’estate del 2023, la svolta era completa: la sua retorica si trasformò in un concentrato di discorsi d’odio contro l’Ucraina, riciclando le linee di propaganda del Cremlino e deridendo la resistenza ucraina.
👆🏼 Sta minacciando gli ucraini? Sembra di sì.
[Attenzione — minaccia verbale rivolta agli ucraini]
«Mi ha minacciato di sputare in faccia agli ucraini.»
[Attenzione — linguaggio volgare e insultante]
«Gli ucraini sono fottutamente stupidi animali.»
[Attenzione — linguaggio volgare e insultante]
«Gli ucraini sono una nazione di stupidi bastardi.»
Espansione nei discorsi globali d’odio
Accanto alla retorica anti-ucraina, Kirsanov ha abbracciato ulteriori posizioni ideologiche:
Promozione di Radio Genoa, un canale propagandistico di estrema destra.
Improvvisa adozione di una forte identità pro-Israele, dichiarando radici ebraiche mentre ignorava o giustificava le azioni militari israeliane a Gaza.
Retorica d’odio contro palestinesi e arabi, dipingendoli — e i musulmani in generale — come una minaccia esistenziale per l’Europa.
Affermazioni apocalittiche secondo cui l’Europa starebbe crollando sotto il peso della migrazione e dell’islamizzazione, un cliché ben noto nel discorso dell’estrema destra.
Questi cambiamenti rispecchiano il suo schema abituale: adottare posizioni che garantiscono la massima visibilità, abbandonando le identità precedenti (sostenitore di Navalny, alleato dell’Ucraina, dissidente ortodosso) non appena smettono di essergli utili.
Promuovendo RadioGenoa
Un esempio diretto di retorica estremista che mescola razzismo, odio e teorie del complotto. Elglish subtitles
Segnali di una rete coordinata
Il monitoraggio investigativo mostra che Kirsanov non agisce da solo. Sembra essere inserito in una rete online più ampia di propagandisti russi all’estero. Le sue narrazioni, ad esempio, spesso coincidono quasi in tempo reale con quelle di blogger come Semen Skrepetsky in Polonia e Jelena Vasiljeva in Finlandia. La ripetizione degli stessi punti di discussione oltre i confini suggerisce coordinamento piuttosto che coincidenza. Questo schema indica che Kirsanov fa parte di un ecosistema di propaganda strutturato.
Il ruolo di Natalia Medved in questa rete rimane opaco. A differenza di Kirsanov, non mantiene attivamente una presenza online visibile, ma le sue introduzioni e i suoi contatti la collocano come possibile facilitatrice o figura di livello superiore all’interno di questo circolo.
Stile e strategia
Il sovrabranding politico di Kirsanov segue un ciclo prevedibile:
Si aggancia a un movimento (Chiesa ortodossa, opposizione di Navalny, resistenza ucraina).
Tenta di scalare i suoi ranghi.
Quando viene escluso, diventa ostile e si reinventa come critico.
Adotta nuove narrazioni che massimizzano rilevanza e controversia.
I suoi tratti stilistici caratteristici — volgarità, sarcasmo e bruschi rovesciamenti presentati come rivelazioni — alimentano l’immagine di un “solitario portatore di verità”, anche se le sue posizioni risultano costantemente allineate con le reti di propaganda.
Conclusione
La traiettoria di Sergey Kirsanov è uno studio sull’opportunismo. Dai suoi oscuri inizi nei circoli ortodossi alle reti di emigrati in Italia, da alleato di Navalny a portavoce del Cremlino, la sua storia illustra come la reinvenzione personale possa diventare un veicolo di propaganda. La sua adesione a identità mutevoli — oppositore, pro-ucraino, ora pro-Cremlino e anti-arabo — non evidenzia una convinzione ideologica, bensì la ricerca di visibilità, influenza e forse protezione all’interno di reti potenti.
Alla fine, Kirsanov non rappresenta né indipendenza né dissidenza. Rappresenta un nuovo tipo di imprenditore della propaganda: uno che prospera nell’instabilità, nelle contraddizioni e nella monetizzazione dell’odio.
🚨 IMPORTANTE!
Diffondete queste informazioni e richiamate l’attenzione sul caso attraverso i social media e i canali ufficiali, per aumentarne la visibilità.
Non lasciatevi intimidire dagli imperialisti russi arroganti che confondono la libertà di parola con l’impunità e la presunzione. Vivono con la convinzione infondata che il mondo giri intorno a loro, che tutti li sostengano segretamente e che possano calpestare le leggi come hanno fatto per anni.
📢 Segnalate queste violazioni attraverso i canali ufficiali e i social network, contribuendo così a contrastare la propaganda e a difendere i principi democratici.